Il Mir-1 è una lente russa copia del celebre Carl Zeiss Flektogon
35 mm f 2,8. La produzione di questo modello risale agli anni ’50 e la sua
qualità gli valse il premio assegnatogli durante Esposizione Universale e Internazionale
di Brussels nel 1958 tanto che alcuni esemplari dell’epoca riportano la dicitura
“gran prix Brussels 1958“ incisa sul
barilotto.
L’esemplare in mio possesso è una delle versioni più
recenti, il Mir-1B (o meglio "V" poichè in russo "B" sta per "V"), prodotto negli anni novanta. Si tratta di un 37mm f2.8 – 16
con un diaframma a 10 lamelle, molto compatto e dal peso contenuto in 190 grammi
che lo rende facilmente trasportabile.
Il Mir funziona con la preselezione tramite ghiera, ovvero si blocca
il valore massimo del diaframma con la ghiera apposita, poi con un’altra ghiera
si può aprire il diaframma a tutta apertura per focheggiare meglio e poi
chiuderlo fino al valore su cui è bloccata la prima. Il funzionamento di questo
sistema è un po’ inusuale e può generare un confusione pertanto occorre farci
la mano prima di poter operare con disinvoltura.
La fluidità delle ghiere rende il mio esemplare davvero
molto piacevole da usare, al tatto la sensazione è altrettanto piacevole grazie
alle dimensioni che ben si adattano alla mia mano anche se questa è una
sensazione soggettiva.
All’atto pratico dell’uso sulla mia Canon 450D ho potuto
constatare una buona resa cromatica ma se devo dire che questa lente mi ha
soddisfatto non sarei onesto. Mi aspettavo una resa migliore dopo aver letto
tanti giudizi positivi in rete invece mi sono reso conto che il Mir-1b è
praticamente inutilizzabile a tutta apertura dato che restituisce immagini eccessivamente mobide e poco nitide, la resa migliora molto tra f 5.6
e f 8 tuttavia occorre fare anche molta attenzione alle condizioni di
illuminazione dell’ambiente dato che la lente è molto soggetta a flare e in
condizioni di piena luce è facile che si presenti il fenomeno. Essendo, infatti,
la lente frontale piuttosto sporgente sarebbe indicato l’uso di un paraluce per
migliorarne l’uso, a tal proposito ricordo che la lente ha una filettatura
frontale di 49mm.
La distanza minima di messa a fuoco di 70 cm non la rende
una lente adatta ai close up tanto che i risultati ottenuti non sono stati
sempre accettabili, ho ottenuto migliori risultati in fotografia paesaggistica
e nei ritratti dove sono stato positivamente sorpreso dal rendimento generale.
Un discorso a parte merita il bokeh che è davvero molto
bello, grazie alle 10 lamelle il diaframma è sempre circolare a tutte le
aperture restituendo un effetto molto gradevole.
Qui potete dare uno sguardo alle prime foto scattate con il Mir-1B, come sempre ne aggiungerò altre poco alla volta.
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